Recensione Per te

 Film molto bello, sincero e aperto in modi che quasi ti toccano l’anima.

Mostra come una vita trascorsa tranquillamente possa essere cambiata in modo radicale.
Per quanto il padre non possa ricordare per l'Alzheimer precoce che lo affligge, e credo sia normale dire che sente come un arpione che ti trafigge dritto al cuore in modo così estremo, secondo me è stato particolarmente brutto il fatto che purtroppo il figlio lo abbia saputo tardi, mentre lo avrebbe dovuto sapere già prima. 
Questo perché, purtroppo, il padre aveva paura di perdere per sempre il figlio e la moglie. Il ragazzo lo scopre dopo, anche se già sospettava qualcosa, vedendo il padre strano, perchè troppo affettuoso tutto d'un tratto, e perchè si comportava in modo particolare insegnandogli cose che il ragazzo pensava fosse troppo presto, come guidare e radersi.
Anche se glielo dice tardi, il ragazzo confida al padre di avere paura di perderlo, come il padre lo ha di perdere il figlio.

Film emozionante e bello: sicuramente tocca il cuore delle persone.

Davide
Classe 3G


Solitamente il padre insegna qualcosa al proprio figlio, ma non è il caso dei protagonisti di questo film.

Questa volta sarà il figlio a insegnare qualcosa al padre. Un figlio di 11 anni che insegna al padre con pazienza, che gli racconta ciò che hanno fatto prima della sua perdita di memoria.

Un padre che non ha avuto il coraggio di rivelare al figlio la diagnosi. Un marito e un padre che viene a sapere di avere l'Alzheimer ma non si demoralizza, anzi, cerca di creare più ricordi possibili insieme al figlio, alla moglie, al fratello.

Si prende una pausa dal lavoro per insegnare al figlio come guidare, come cucinare, per stare con lui.

Ha fatto  di tutto per vivere il momento.

E' stato appoggiato dalla famiglia che cercava di aiutarlo a memorizzare l’ordine dei colori e le tessere del memory.

Una parte, secondo me, particolare è stata quando il padre in accappatoio ha iniziato a girare per le strade, ma quasi nessuno l’ha aiutato, solo un signore si è fermato. Forse la gente non è abbastanza empatica o il signore si è sentito in dovere di aiutarlo, magari perchè ha avuto un parente che soffriva di questa malattia o si è messo nei suoi panni o sapeva cosa voleva dire essere visto come diverso o strano mentre si ha un problema, quando si ha bisogno di avere aiuto.

La famiglia lo aiuta ancora oggi con un altro figlio che collabora.

Sicuramente non è una cosa da tutti, non deve essere facile, ma loro lo aiutano comunque, forse perchè lo vedono come la stessa persona, nonostante la malattia.

O forse perchè pensano:

...e se succedesse a me?


Sofia
Classe 3G




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