Al Campo 13 per ricordare i partigiani


Per onorare il 25 Aprile, con la classe siamo andati al cimitero di Staglieno per rendere omaggio ai partigiani caduti durante la liberazione dell'Italia.

In tutto, nel campo dei partigiani ci sono 272 tombe.

Seguendo quanto ci ha narrato Giotto, ci siamo soffermati su quelle di Stefanina Moro e Giovanni Giacalone.

Stefanina Moro era una staffetta partigiana.  Per consegnare i messaggi utilizzava solamente una innocua bicicletta. Fu arrestata e torturata, tanto che decisero di portarla all'ospedale di Asti, ma dopo poco morì.

Al cimitero di Staglieno la sua tomba è l'unica che è condivisa: lei riposa insieme a suo padre, anche lui torturato e ucciso, Ottavio Moro.

Giovanni Giacalone, invece di una bici, usava un carretto per il suo lavoro di straccivendolo. Tra innocui abiti usati nascondeva armi per i coraggiosi partigiani.

Fu denunciato e torturato nella Casa dello Studente.

Sono stati tutti coraggiosi.

Dion, Riccardo V. e Alice
Classe 2G


Per ricordare la data del 25 Aprile io e la mia classe ci siamo recati ad onorare i partigiani che hanno contribuito alla liberazione dell’Italia dal governo fascista.

Quando siamo arrivati a Staglieno, abbiamo notato la vastità del campo che ospita le tombe dei partigiani e, chiedendo alla nostra guida, abbiamo scoperto che ci sono 272 tombe di partigiani.

Inoltre, a farci visita è arrivato Giordano Bruschi. 

Ha detto che voleva ricordare, in onore del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un partigiano originario della sua terra, la Sicilia: Giovanni Giacalone, salito fino in Liguria per contribuire alla liberazione di Genova dal regime fascista e morto nel 1944.

Mentre cercavamo la tomba di Giovanni Giacalone, per posare un fiore rosso in segno di rispetto, abbiamo trovato altri partigiani che conoscevamo già, ad esempio Romeo Guglielmetti ed Ezio Lucarno. 

Dopo aver onorato la sua tomba, siamo tornati a scuola. 

Io penso che, per ricordare coloro che ci hanno liberati dai fascisti, non servano solo le parole, ma anche i fatti. Proprio come questo incontro, che è servito per tenere vivo il ricordo in noi giovani e far sì che cose del genere non capitino più in futuro.

Gabriele

Classe 2G




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