Lettera al Presidente Mattarella in occasione della festa della Liberazione

 Caro Presidente,


sono onorato del fatto che lei venga, proprio in occasione della festa della Liberazione, in visita a Genova.


Proprio a Genova, nel Palazzo Ducale, qualche anno fa, ho visto una mostra fotografica di un’ artista della sua terra d’origine.


La foto che mi ha colpito di più era stata scattata nel 1980, all’interno di una macchina, le persone erano in uno stato di confusione: stavano portando fuori dalla vettura un corpo.


Ed è proprio in mezzo a quelle persone che scorgo una figura familiare, mi accorgo poi che è proprio Lei.


Mi sono sorte tante domande in testa, “Cosa ci fa in quella foto il Presidente? Ma, soprattutto, cosa è successo a suo fratello?”


Dopo essermi documentato, capii la situazione e rimasi ancora più colpito di prima, mi resi conto della gravità di questa vicenda che temprò la sua anima.


Un’ anima che, anche solo con il suo vissuto, può insegnarci tanto.


Così come i partigiani, che salvavano vite sui monti Genovesi e combattevano contro l’orrore in persona.


Uno di loro si chiamava Raimondo Saverino, detto Severino, lui fu il primo partigiano caduto nella terra ligure, anche lui aveva le sue stesse origini.


Vorrei parlarle anche di un altro partigiano, egli è la Storia in persona, che entra nelle scuole e racconta ai ragazzi la sua Resistenza.


Il suo nome è Giordano Bruschi, l’ultimo partigiano di Genova, una grande risorsa per noi e la città.


Lei e la Sicilia avete fatto tanto per Genova e soprattutto per l’Italia, che è fiera di avere un Presidente così, che è riuscito a superare gli ostacoli e le difficoltà e ora guida saggiamente il popolo Italiano.


Cordiali saluti,


Giulio



Caro Presidente,

mi chiamo Gabriele e sono un ragazzo di dodici anni,  fiero di ospitarla a Genova in occasione degli 80 anni dalla Liberazione italiana.

Genova è, con mio orgoglio, Medaglia d’oro della Liberazione, avvenuta qui il 24 Aprile 1945.

Si, a Genova i nazifascisti dovettero cedere le proprie armi ai partigiani che la liberarono prima degli Americani!

Scesero dai monti, distrutti, stanchi, feriti, ma fieri di aver cacciato l’odiato nemico.

So che Lei si impegna molto a tener vivo il ricordo di questi eroi di guerra, così volevo parlarle di un suo conterraneo, Raimondo Saverino (nome di battaglia Severino).

Schierato con i partigiani della Brigata Cichero, Severino lottò per la libertà fino alla morte.

Fu ucciso dai nazisti il 21 di maggio 1944 a Borzonasca, una cittadina dell’entroterra di Genova.

Legato ad una sedia, davanti alla Chiesa, venne fucilato con molti colpi, per farlo soffrire, ma lui non tradì i suoi compagni.

In sua memoria fu creata la “Volante Severino” con a capo il comandante Michele Campanella, Gino, nativo della zona di Prato, dove abito io.

Volevo anche ricordare suo fratello Piersanti Mattarella, che è stato Presidente della Regione Sicilia.

Anche lui ha lottato contro un male brutale ed ancora presente in Italia: la mafia.

Penso che Lei sia la persona migliore che possa rappresentare il nostro paese: pacato e con le parole giuste, arriva nei cuori della gente.

Spero, un giorno, di incontrarla.

Cordiali saluti,


Gabriele 





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