Incontro con Giordano Bruschi

Ecco le riflessioni della classe II G dopo l'incontro online con Giordano Bruschi di venerdì 6 dicembre, un incontro che, attraverso il racconto della vita di due grandi uomini, Ezio Lucarno e Piero Pinetti, ha suscitato pensieri e riflessioni. 

Giordano Bruschi è una guida, è un partigiano… l’ultimo partigiano.

A novantanove anni trova la forza di venire nelle scuole e raccontare la sua difficile storia e quella dei suoi compagni che con lui hanno preso la strada dei monti.

Questa volta si è collegato con noi, che ascoltavamo meravigliati una, anzi due, di queste magnifiche storie.

Quella che mi ha colpito di più è stata quella di Ezio Lucarn… scusate, volevo dire “Cialacche”.

In una fredda notte d’inverno, lui e i suoi compagni, che stavano fronteggiando le terribili brigate nere, si trovarono a dover battere in ritirata.

Uno di loro, però, doveva restare a guardare loro le spalle, sorteggiando sarebbe dovuto restare un povero sedicenne che, con la morte negli occhi si rassegnò… NO! Non può finire così!

Cialacche
 non stette lì a guardare quella straziante scena e fece qualcosa.

Non sarebbe stato il giovane a rimanere da solo al freddo con la morte che lo guardava da dietro quella roccia, ma Cialacche stette lì al posto suo, permettendo a lui e agli altri di salvarsi.

In lontananza sentiva dei soldati marciare e alcuni comandi urlati in tedesco: erano loro, le brigate nere.

Cialacche aveva delle spiccate doti teatrali che sfruttò per illudere i nemici.

Iniziò a sbucare da una parte all’altra di una roccia, sparando con il suo fucile per far credere a chi aveva davanti che dietro quel macigno ci fossero dieci, venti, trenta uomini che non avevano paura; e ci riuscì!

Però all’improvviso un’enorme e luminosa luna lo tradì, lo illuminò facendo spiccare la sua sagoma tremolante come una mosca bianca, che a breve sarebbe stata schiacciata dai tedeschi.

Loro aprirono il fuoco e improvvisamente il suo corpo si accasciò ormai esanime sulla candida neve bianca, rimanendo lì per tre lunghi giorni in cui qualcosa era cambiato.

Queste sono grandi storie 
di grandi uomini della Resistenza, raccontate da Giordano Bruschi, colui che sognava la libertà e ha lottato per donarcela.

Giulio

Incontro con Giordano Bruschi

Venerdì scorso ci siamo incontrati online con Giordano Bruschi che ci ha raccontato di due grandi persone: Ezio Lucarno e Piero Pinetti. Vorrei soffermarmi a raccontare la storia di quest’ultimo.

PIERO PINETTI

Piero Pinetti era nato il 3 dicembre 1924 a Genova. Era un operaio che lavorava presso l'Ansaldo di Sampierdarena e aveva aderito al Partito Comunista clandestino.

Dopo l’8 settembre, entrato nella Resistenza, il giovane ragazzo diventò uno dei patrioti più attivi della 175° brigata Garibaldi SAP. Nell'agosto del 1944 fu nominato vice-capitano con il nome di battaglia Boris.

L’11 gennaio del 1945 fu arrestato e portato al carcere di Marassi. Dopo neanche due settimane venne processato dal Tribunale Militare Straordinario della RSI e fu condannato a morte: un plotone di Brigate Nere lo fucilò con altri 5 partigiani sotto il ponte del Forte Castellaccio.

Prima di morire, Piero Pinetti chiese di riposarsi su una sedia e chiese un pezzo di carta e una penna: scrisse una lettera a sua madre.

In questa lettera, Pinetti si scusò con sua madre e le chiese di perdonarlo; le disse che, nonostante tutto, non aveva mai cessato di amarla e di ricordare quello che lei aveva fatto per lui. Piero le chiese di non abbattersi e di non far sciocchezze dopo la sua morte.

Dopo averci raccontato di queste due grandi persone, la nostra classe ha fatto delle domande a Giordano Bruschi e la frase che mi è piaciuta di più è stata quando gli hanno chiesto il motivo della scelta del nome di battaglia: Giotto.

Mi ha fatto davvero piacere vedere e ascoltare Giordano e soprattutto mi è piaciuta la lezione in sè. 


Prima mi sono soffermata su una storia, ma anche l'altra è stata molto toccante, soprattutto per il fatto che il povero ragazzo, Ezio Lucarno, ha avuto il coraggio di andare a sacrificarsi per gli altri.
Per ricordarlo, la via della nostra scuola porta il suo nome.  

Riflettendo su Piero Pinetti, vorrei aggiungere che era una grande persona e la cosa che mi ha colpito maggiormente è stata la lettera dedicata a sua madre: il suo ultimo pensiero è stato quello del dolore che avrebbe causato ai suoi genitori per la sua morte.

Questa giornata mi ha arricchito più di quanto lo fossi prima.

Maya



Ricordo di Ezio Lucarno 




Caro Ezio,


oggi ho conosciuto la tua storia e adesso, dopo ogni volta che entro a scuola, capisco cosa tu hai fatto per tutti noi.


Dopo aver ascoltato la tua storia ho capito una cosa molto importante: che nella vita non ci dobbiamo mai fermare davanti a un  pericolo.


La tua mamma era molto triste e anche il tuo babbo non era da meno, nonostante il rapporto che avete avuto.


Il tuo nome di battaglia era Cialacche per non farti riconoscere dai nazifascisti che poi ti hanno ucciso senza risparmiare nessun colpo.


La tua mamma ti è venuta a cercare sul monte per ben tre giorni, per venirti a dare un ultimo saluto.


Noi tutti ti ringraziamo per averci dato la possibilità di esprimere i nostri pensieri, cosa che oggi non potremmo fare, quindi ringrazio solo voi, ragazzi partigiani .



Grazie mille,


 

                                    Elia



Il sangue rosso di Ezio


Nel bosco si udivano da un po' gli spari, ma a un certo punto le armi si fermarono.

Sulla gelida e bianca neve il sangue rosso si sparse ovunque. Il sangue rosso di Ezio Lucarno.

Il suo nome è inciso nel fazzoletto rosso di Bisagno. Lì il suo nome campeggia da un po'.

18 anni, ma il coraggio va oltre.

Cialacche è il suo nome di battaglia. Il nomignolo con cui lo chiamava sua madre.

Non era solo un partigiano.

Era un uomo, che sacrificò se stesso per salvare i compagni che con lui combattevano e lottavano. 


Questo significa essere umani.

Sofia




Per Ezio 

6 Dicembre 2024

Caro Cialacche,

pensa che tutte le mattine vedo il tuo nome sulla via della nostra scuola.

Mi sono sempre chiesto: - Chissà chi sarà questa persona?

Poi, oggi ho scoperto la tua storia, grazie a una persona che per me non é fantastica, di più: Giordano Bruschi. 

Sei nato nel 1926 e giovanissimo hai avuto i primi contatti con il movimento antifascista.

Sai, io sono stato colpito dal coraggio e dallo spirito di sacrificio che hai avuto quel giorno, sì, il 28 novembre del 1944.

Sei andato a Crocefieschi di notte, su quel monte, e lì sei stato accerchiato dai fascisti che però non ti vedevano. 

Purtroppo una cosa non è stata a tuo favore… la luna.

Sì, si alzò e la tua sagoma si vide, i fascisti ti presero in fronte con un proiettile e la tua arma cadde a terra ammutolita.


Pietro


A quelli che morirono per noi…


Grazie Giordano per tutto quello che ci hai detto, per ricordare quello che non si deve dimenticare.

Per Ezio Lucarno (Cialacche) e Piero Pinetti (Boris), persone che si sono sacrificate per donarci un futuro migliore.

Ezio, ucciso sul monte Antola il 28/11/1944, vicino a dove vivo io, uno contro duecento.

Gli spari riecheggiarono nell’aria portati dal vento ai suoi compagni, il grilletto fu premuto e si udì uno sparo, l’ultimo sparo che Ezio sentì.

Cadde a terra su un letto bianco coperto da una sottile coperta rossa, si sentirono marciare uomini sotto la bandiera fascista.

I compagni vivi per merito tuo, coi fucili in spalla ti diedero un addio: “è morto un ragazzo, morto per la libertà”.

Un anno dopo fu vittima del fascismo un altro giovane partigiano: Piero Pinetti, fucilato al Righi l’1/2/1945. 

Sapendo di morire,  scrisse una lettera alla madre di scuse e rivelazioni, prima che la morte lo portasse via a suon di spari.

Ernesto 

Ricordando Cialacche

Molti sono i ragazzi di Genova che hanno frequentato le medie alla D’Azeglio di via Ezio Lucarno, ma non tutti conoscono la storia che c’è dietro il nome di questa via... 

Caro Ezio, sono già 80 anni che non ci sei più.

Io e i miei amici non ci facciamo caso, ma ogni volta che entriamo in questa via, in realtà attraversiamo la tua storia .

Ogni tanto la nostra prof ci ricorda questa storia; oggi abbiamo avuto l'occasione di parlarne con Giordano Bruschi, il partigiano Giotto.

Di certo
 è una storia veramente importante.

E, soprattutto, si può riconoscere il tuo coraggio.

Era la notte del 28 novembre 1944, quando tu e i tuoi compagni avete sentito dei rumori: erano dei nazifascisti.

Tu dicesti “Ragazzi, andate...”

Nessuno era sicuro della tua scelta, ma ti diedero ascolto

Tu iniziasti 
a correre avanti e indietro senza sosta per simulare un gruppo di persone.

Però la luna ti tradí,  la sua luce ti illuminò e da quel momento loro ti videro e, senza pensarci due volte, decisero di farti fuori.

Tua madre decise di incamminarsi 
per trovarti e dopo tre giorni ti vide lì, con la neve bianca che ti abbracciava come se fosse il lenzuolo del tuo letto che non vedevi da tanto.

Avevi solo 18 anni…

Anna




ncontro con Giordano Bruschi per ricordare Piero Pinetti ed Ezio Lucarno

     

Piero Pinetti

Piero Pinetti era nato il 3 dicembre 1924 a Genova.

La sua storia mi ha colpito per l'amore tra mamma e figlio.

Lavorava all'Ansaldo e aveva iniziato la sua attività antifascista molto giovane. Il suo nome di battaglia era Boris.

Lui prima di morire prese una penna e un foglio e scrisse una lettera per sua mamma.

Fu fucilato al Righi, a Forte Castellaccio, il 1 febbraio del 1945.


Ezio Lucarno

Ezio Lucarno era nato a Genova l’11 agosto 1926.

Il suo nome di battaglia era Cialacche.

Il suo nome lo vediamo ogni giorno all'inizio della via della nostra scuola, la SMS "D'Azeglio".

Lo hanno ucciso i nazifascisti che hanno lasciato il suo corpo in mezzo alla neve.

Appena la mamma venne a sapere che era morto andò a piedi a cercare il suo cadavere: lo trovarono tre giorno dopo.


Ringrazio Giordano Bruschi per questa bellissima ora di ricordo per questi due partigiani.


Elisa

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